Ελληνική ιστορία και προϊστορία

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Σάββατο 27 Φεβρουαρίου 2016

Etruschi e Greci di Italia : La cultura comune ei loro conflitti

Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica, di lingua non indoeuropea e di origine incerta, affermatosi in un'area denominata Etruria, corrispondente all' incirca alla Toscana, all' Umbria fino al fiume Tevere e al Lazio settentrionale. Successivamente si espansero a nord nella zona padana
(Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto meridionale) e a sud fino in Campania. La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di conquista e assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista diVeio da parte dei romani nel 396 a.C. L'influenza degli antichi Greci sugli Etruschi determinò una fase storico-culturale definita "orientalizzante" (VIII secolo a.C.), seguita da quelle dette - in analogia con le fasi della storia greca - "classica" ed "ellenistica". I contatti avvennero soprattutto attraverso la Magna Grecia, cioè le colonie greche nell'odierna Italia meridionale. La ceramica fu oggetto sia di scambi diretti di vasallame tra Etruschi e Greci, sia di esportazioni di tecniche produttive e artistiche, con un miglioramento della tecnologia etrusca nei torni e nei forni. Gli scambi culturali interessarono anche la religione, con forme di reinterpretazione delle divinità tradizionali etrusche in modo da farle corrispondere a presunte equivalenti greche (Tinia Zeus, Uni Era, Aita Ade, ecc.).L' apogeo dell' espansione etrusca fu toccato a metà del VI secolo a.C.; nella battaglia di Alalia del 540 a.C. sconfissero, assieme ai Cartaginesi, i Focesi di Marsiglia. In quest'occasione i prigionieri focesi vennero lapidati dagli etruschi di Caere. In questo periodo, gli Etruschi riuscirono a stabilire la loro egemonia su tutta la penisola italica, sul Mar Tirreno e, grazie all'alleanza con Cartagine, sul Mediterraneo Occidentale. Dal litorale e dall'entroterra toscano, dove praticavano l'agricoltura anche grazie alle opere di bonifica di zone paludose, gli Etruschi si espansero in seguito sia a nord, nella Pianura Padana (fine VI secolo a.C.), sia a sud, nell'attuale Lazio. In campo economico svilupparono l'estrazione e la lavorazione dei metalli grazie alle miniere, soprattutto di ferro, presenti sul loro territorio; l'artigianato etrusco fu nell'antichità particolarmente apprezzato e questo favorì la crescita dei commerci via mare, praticati soprattutto dalle città di Cerveteri, Vulci e Tarquinia che giunsero a controllare gli scambi nel Mar Tirreno. Se è valida l'affermazione di Tito Livio che i Reti stanziati nell'attuale Trentino-Alto Adigefossero di derivazione etnica etrusca, può essere che gli Etruschi controllassero anche le vie di scambio verso il Nord Europa. Non va però del tutto esclusa l'ipotesi, avanzata tra gli altri da Mario Torelli, che gli etruschi popolassero praticamente dalle origini la Valle Padana e soprattutto l'Emilia e certe zone della Romagna, dove era presente un cospicuo nucleo villanoviano (soprattutto tra Bologna e Rimini), semplicemente nel corso del VI secolo nuove migrazioni, di etruschi più ricchi, organizzati e "civilizzati", si sovrapposero ad un nucleo più povero e "primitivo" di abitanti, pure etruschi, ma ancora legati ad una civilizzazione in villaggi contadini poco o per nulla differenziati socialmente e con una scarsa divisione del lavoro.La battaglia del mare Sardo o, come è più impropriamente chiamata, battaglia di Alalia è stato uno scontro navale che si svolse tra i profughi greci di Focea, stanziatisi ad Alalia per sfuggire alla pressione militare di Ciro il Grande, e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi. Ebbe come teatro il mar Tirreno, presumibilmente tra la Corsica e la Sardegna, in una data che la storiografia colloca tra il 541 e il 535 a.C., con una probabile preferenza per la datazione più bassa. A determinare la svolta conflittuale nei preesistenti rapporti fra i tre popoli fu la crescente pressione coloniale e commerciale esercitata dai Focei sul Mediterraneo occidentale e sul Tirreno. Nonostante la vittoria, ottenuta a caro prezzo dai Focei d'occidente – una vittoria cadmea, secondo la definizione di Erodoto – la battaglia si risolse in una pluridecennale battuta d'arresto per l'espansione mercantile greca nel Mediterraneo occidentale. I rapporti privilegiati che gli Etruschi stabilirono con l' area celtica dell' Europa centrale, svolsero poi un ruolo determinante nel condizionare la fase evolutiva e la fioritura che la civiltà celtica stava attraversando, a cavallo tra il VI e il V secolo a.C., nel passaggio dalla facies hallstattiana alla successiva cultura lateniana. Gli sviluppi che seguirono videro il delinearsi di due distinte sfere d'influenza politica, greca e punica, sui mari e sul suolo della penisola italica: all'interno di questi equilibri sarebbe avvenuta l'incubazione e l'ascesa di un nuovo soggetto politico, la potenza emergente di Roma. La riconquista dell' egemonia greca sul Tirreno dovrà aspettare più di mezzo secolo: la battaglia navale di Cuma vinta dai siracusani nel 474 a.C., assesterà un duro colpo al dominio navale e alle mire espansive degli Etruschi, indebolendone il controllo su Roma e sulle vie commerciali verso la Campania etrusca. Nonostante gli eventi successivi, compresa la sconfitta dei Cartaginesi ad Imera, rimarrà invece ancora aperto il nodo degli attriti tra le due residue sfere d'influenza in Sicilia e nel Mediterraneo occidentale, che nemmeno una plurisecolare fase di conflittualità greco-punica riuscirà mai a dirimere. Toccherà a Roma il compito di azzerare in maniera definitiva il peso e l'ingerenza cartaginese, affermando prepotentemente la propria vocazione marittima. Al termine delle guerre puniche quello spazio geografico, da sempre conteso, diventerà sempre più, dal punto di vista romano, un Mare Nostrum. La battaglia di Cuma si svolse nel 524 a.C. e vide contrapposti gli Etruschi, alleati dei Cartaginesi, e gli abitanti di Cuma, guidati dal loro capo, Aristodemo. Questa battaglia è la prima nella storia etrusca in cui si menziona l'esercito, infatti prima le fonti riguardo alla posizione militare etrusca trattavano soltanto della potenza marittima. Dopo la sconfitta dei Focesi presso Alalia da parte degli Etruschi e dei Cartaginesi, nel 535 a.C., i perdenti furono ospitati dal tiranno Aristodemo nella città di Cuma, di origine calcidese. Con la vittoria di Alalia, i domini etruschi avevano raggiunto il momento di massima espansione e la posizione di primo ordine nel mar Tirreno era garantita dai floridi commerci e da un'aggressiva politica talassocratica iniziata con la prima espansione verso sud nel VII secolo a.C. Molto importante si rivelava ai Greci in Italia l'esito del successivo scontro con la civiltà etrusca, una sconfitta avrebbe infatti destabilizzato seriamente l'influenza che i Greci esercitavano sulla penisola. Importante come per i Greci, anche per gli Etruschi un'eventuale vittoria della battaglia avrebbe abbattuto le già labili opposizioni che impedivano il completo controllo della costa tirrenica. La sconfitta aveva destato l'attenzione degli Spartani, che sfruttarono il momento di confusione che si era originato non solo tra gli Etruschi ma anche tra i loro alleati, i Cartaginesi. Al comando del generale Dorieo, un esercito fu condotto fino alle coste dell'Africa presso Cartagine con l'obiettivo di danneggiare i commerci nemici nel mar Tirreno, cercando nel contempo di conquistare qualche posizione di prestigio ad occidente. Con tal proposito, gli Spartani riuscirono a fondare una colonia (Cinipe) nel 513 a.C. alla foce del fiume omonimo, per poi vederla conquistata dai Cartaginesi appena tre anni dopo, nel 510 a.C. Dorieo, ritirato il suo esercito dall'Africa, si rivolse ai territori cartaginesi nell'ovest della Sicilia, in particolare alla rocca di Erice, che attaccò nel 500 a.C. con scarsi risultati; probabilmente riuscì solo a fondare una colonia, o un momentaneo accampamento, in Sicilia senza che riuscisse a intaccare il dominio cartaginese. La battaglia di Cuma del 474 a.C. fu uno scontro navale combattuto a Cuma tra laflotta siceliota siracusana, guidata da Ierone I di Siracusa, e quella etrusca. Con questa vittoria i sicelioti posero fine all'espansione etrusca nell' Italia ellenica e assestarono un duro colpo all'influenza politica che essi esercitavano in Italia continentale. Della situazione che si creò approfittarono i Romani, i Sanniti e i Galli. L'evento fu di fondamentale rilievo per i siracusani, tanto da permettere ad alcuni di accostarla per importanza a quella di Salamina. Nel 415 a.C. gli Etruschi appoggeranno la fallimentare spedizione siciliana degli ateniesi contro Siracusa: ciò contribuirà ulteriormente al loro declino e alla loro fine. Mentre con questa vittoria, e con le altre contro Atene e Cartagine, i sicelioti di Siracusa prendevano sempre più potere nel Mediterraneo. Cronista della battaglia fu il poeta Pindaro che assistette agli scontri a bordo di un'imbarcazione siracusana.
Πηγή: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Etruschi
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_Mare_Sardo
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Cuma_(524_a.C.)
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Cuma_(474_a.C.)

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